Pro terremoto

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RACCOLTA FONDI PRO TERREMOTATI

Il Gas Torrino Decima con le Associazioni ACAPE e DECIMA50, in stretta collaborazione, stanno raccogliendo fondi per aiutare direttamente le popolazioni del Comune di Accumoli colpito dal recente terremoto.

Chiesa della Frazione di San Giovanni di Accumoli simbolo ormai distrutto della comunità locale

Adriano ed Erminia sono due amici, due belle persone, che si impegnano nel nostro territorio per sviluppare un senso di collettività che aiuti le persone a crescere e a vivere bene insieme.

Chi li conosce lo sa senza bisogno di altre parole, agli altri basti sapere che sono fra i “motori” più attivi del Gruppo di Acquisto Solidale di Decima/Torrino, che aiuta e collabora con i piccoli produttori agricoli della zona e di Decima50, che da tempo si impegna per portare nel quartiere di Decima attività all’insegna dell’amicizia, della partecipazione, della condivisione, della solidarietà.

Adriano ha le sue radici a San Giovanni di Accumoli, frazione a un paio di chilometri dall’epicentro del terremoto del 24 agosto scorso; aveva anche una casetta, eredità del bisnonno che l’aveva costruita: ora ha un cumulo di macerie.

Adriano ed Erminia, e il loro gatto che sembrava perso e invece è stato recuperato, erano a San Giovanni di Accumoli, alle 3:36 del 24 agosto scorso: sul retro di questo volantino troverete il racconto di quello che hanno vissuto; Adriano ci ha messo diversi giorni a scriverlo, perché ogni parola lo riportava lì, alle 3:36 del 24 agosto

Accumoli e le sue frazioni sono paesini di montagna, con pochissimi abitanti, e il terremoto rischia di decretarne la scomparsa; le attività produttive sono quasi esclusivamente legate alla terra e agli animali, e se gli abitanti saranno costretti a lasciare la loro terra, le loro coltivazioni, i loro allevamenti, Accumoli potrebbe sparire per sempre, e con lui le radici di Adriano e di tutti i suoi amici che le condividono.

Non deve succedere: bisogna lottare tutti insieme contro la devastazione, contro il tempo che corre e avvicina a un autunno che lì in montagna può essere inclemente, contro l’abbandono, contro la sconfitta, contro la distruzione del nostro passato, che è poi la radice del nostro futuro.

Abbiamo un sogno e un obiettivo: raccogliere soldi a sufficienza per comprare un riparo stabile per gli abitanti di San Giovanni di Accumoli, ed impedire che debbano lasciare, probabilmente per sempre, le loro radici. Basterebbero, per affrontare l’inverno, una roulotte ben attrezzata, un camper, una casa mobile di legno … qualcosa che permetta alle persone di non affrontare l’inverno in tenda e di non dover andare via, in qualche hotel della costa dove tutto è estraneo e dove non sei più niente.

Aiutateci, aiutiamoci a realizzare questo sogno, aiutiamo nel nostro piccolo Accumoli a rinascere e a tornare quell’angolo di Paradiso che, nonostante tutto, Adriano ed Erminia ci raccontano.

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Il tempo si è fermato …… alle 3,36

Mi chiamo  Adriano, il 24 agosto alle ore 3,36 con mia moglie Erminia, eravamo nella nostra casa a San Giovanni di Accumoli quando il terremoto ci ha svegliati nel sonno: un rumore assordante, calcinacci che ci cadevano addosso mentre tutto si muoveva ad un ritmo spaventoso. Siamo rimasti impietriti nel letto pregando che quell’inferno terminasse, il buio era accecante.  Appena terminata la prima scossa ci siamo precipitati verso le due rampe di scale per raggiungere l’uscita camminando sui sassi,  sui cocci, senza vedere cosa ci fosse sotto i nostri piedi e intorno a noi e sperando che non ci fossero blocchi nel nostro passaggio. Raggiungiamo l’ultima scala ed ecco un’altra scossa,  ci precipitiamo verso il portone di casa,  provo a spalancarlo ma non si apre:  panico! Lo afferro e con tutte le mie forze riesco ad aprirlo. .. siamo fuori… in mezzo alla piazza, nel buio più totale e circondati da una nuvola di polvere. Accorrono anche le altre persone delle case limitrofe, ci chiamiamo, facciamo l’appello. .. manca uno di noi, che si fa… Corro verso la sua abitazione entro dentro e superando un disastro cerco di aprire la porta della camera dove sicuramente stava dormendo il nostro amico …. non si apre dall’altra parte è tutto bloccato … cosa succede?? Riprovo, la prendo a calci… nulla.. un’altra scossa e scappo fuori…. Aggiro la casa per vedere lo stato nella parte posteriore e con l’aiuto delle torce  mi accorgo che è completamente collassata, mi dispero … la situazione è tragica,  urlo il suo nome ma non c’è risposta.  Ritorno in piazza a verificare che tutti stiano bene … si, per fortuna la piccola comunità di 15 persone è salva, nessun ferito ….. manca all’appello solo lui … la tristezza e la disperazione ci assalgono.

Andiamo a prendere una persona anziana che è ancora rimasta nel suo letto, da sola non cammina. La prendiamo e la portiamo in macchina.  La strada per uscire dal paese è bloccata: è crollato un muro ed i massi ostruiscono la strada. Con le mani iniziamo a spostarli per aprirci un varco, riusciamo a portare fuori quasi tutte le macchine dal paese.  Cerchiamo ancora di entrare nella casa collassata ma nulla, neppure usando un piede di porco, la porta non si apre e dall’altra parte è impossibile togliere i massi a mani nude, nel buio e nel freddo. Cerchiamo di rimanere forti ma ci sentiamo tutti avviliti, non riusciamo a fare nulla e la terra trema ancora …di continuo. Dopo ore di isolamento arrivano i primi aiuti…  persone , volontari e amici dei paesi vicini.  Poi la dolorosa conferma il nostro amico ci ha lasciati, ha lasciato il suo amato paesello pieno di ricordi e di persone care., ma il suo sorriso e la sua voglia di aiutare il prossimo sarà sempre con noi.

La sera si ritorna a Roma impauriti e lasciando uno squarcio aperto nel nostro cuore.

Accumoli, con le sue 17 frazioni  è un piccolo Comune dell’Alto Lazio, l’ultimo prima di entrare nelle Marche. Quando andavo al paese, agli amici dicevo che andavo in un paese vicino Amatrice perché Accumoli nessuno lo conosceva. Ora lo conoscono tutti: epicentro di una tragedia!

Sono luoghi bellissimi, dove la natura predomina sull’uomo e dove il turismo di massa  non ha portato i suoi orrori. Adesso sono posti morti.. distrutti… tutte le case saranno dichiarate inagibili e con loro tutti i ricordi, le storie di generazioni intere.

Ora però, è il momento di alzare la testa: non possiamo abbandonare le persone, i luoghi dei nostri avi, non possiamo dimenticare gli amici che ci hanno lasciato e che amavano questi posti. Dobbiamo trovare le forze per ripartire, per ricostruire, per far si che questo piccolo Angolo di Paradiso possa tornare a risuonare delle risate dei nostri figli e dei nostri nipoti e trasmettere loro tutte le emozioni che ci hanno a loro volta trasmesso i nostri nonni.

Adriano ed Erminia